Cantina Beato Bartolomeo

Cantina

Mille soci, un'anima.

In ognuno dei Soci che conferiscono le proprie uve alla Cantina Beato Bartolomeo esiste uno stesso spirito, condiviso da tutti. È quello di far conoscere, in Italia e nel Mondo, la propria terra attraverso la sua migliore espressione: i vini Breganze DOC.

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Il territorio è quello che si estende ai piedi dell’Altipiano di Asiago, su una fascia collinare che va dalla medioevale Thiene all’incantevole Bassano del Grappa. Dolci colline pettinate dalla vite, ornate in primavera dai ciliegi in fiore e contornate da montagne austere.

Qui, dove Andrea Palladio costruì alcune tra le sue ville più belle, si coltiva la vite da più di mille anni per produrre vini gentili e preziosi che sono l’orgoglio e il vanto di questa terra. L’orgoglio dei nostri soci.

Mappa del territorioMappa del territorio
Storia

Le origini.

È il giorno di San Valentino del 1950 quando 121 viticoltori provenienti dai comuni di Breganze, Fara, Sarcedo e Mason si riuniscono per mettere insieme passione e lavoro: fondano così la Cantina Sociale. C’è bisogno di un nome e, visto che in agricoltura la benevolenza del Padre Eterno non guasta, decidono di votarsi al loro concittadino più influente: il Beato Bartolomeo da Breganze, frate domenicano e Vescovo di Vicenza nel tredicesimo secolo.

Lo sviluppo.

Superate le iniziali diffidenze, ai primi soci fondatori si aggiungono altri agricoltori convinti, con i fatti, della validità dell’iniziativa. Con Decreto Ministeriale del 18 luglio 1968 viene attribuita la Denominazione di Origine Controllata ai vini di Breganze: è un salto di qualità decisivo che proietta i prodotti breganzesi verso i mercati nazionali e l’estero. Nel 1970 viene inaugurato un nuovo edificio per l’affinamento e l’imbottigliamento, opera di grande impegno tecnico ed economico per l’epoca, dotato di una bottaia sotterranea alla profondità di 15 metri.

Cantina sociale, sagra del vino 1952

Gli anni recenti.

Ormai dotata delle attrezzature enologiche più moderne, l’impegno della Cantina Beato Bartolomeo si è concentrato negli ultimi anni nell’accrescimento qualitativo di ogni singolo aspetto della filiera produttiva. Il lavoro degli agronomi è teso a seguire i soci conferitori fin dalla scelta delle varietà da mettere a dimora e della tecnica di allevamento, consigliandoli e indirizzandoli su potature e pratiche agronomiche. Solo uva sana e di qualità può dare vino di qualità: su queste basi la Cantina Beato Bartolomeo premia il lavoro dei propri soci con un’attenta analisi delle uve in entrata e il riparto degli utili in proporzione alla qualità delle uve conferite.

Un meccanismo che sta incentivando i produttori a diminuire le rese per ettaro e a curare la qualità del raccolto, vendemmiando in cassetta come già avviene per 1000 quintali di uve ogni anno. I risultati di questi sforzi sono ben percepibili nelle linee di vini superiori firmate Beato Bartolomeo.

Attualmente sono circa 700 i Soci conferitori.
Con 50.000 quintali di uve lavorate e circa 2 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, la Beato Bartolomeo copre da sola oltre il 70% della produzione della DOC Breganze.
Da sempre rappresenta il punto di riferimento per l’enologia breganzese. Nel corso degli anni l’azienda ha saputo aggiornare i propri impianti con massicci investimenti che le consentono oggi di vantare tecnologie tra le più avanzate nel settore enologico. La sua struttura, moderna e funzionale, conserva ambienti di pregio, come la vecchia bottaia – che gode del fresco naturale consentito dai suoi 15 metri di profondità.

la nostra bottaia

I protagonisti

Ci presentiamo: la Beato Bartolomeo è una Cantina Cooperativa con circa 700 soci. A guidarla c’è un Consiglio di Amministrazione, nominato dall’Assemblea dei Soci e rinnovato ogni 3 anni. È composto da 11 consiglieri in rappresentanza di tutte le aree di provenienza dei soci.

La “famiglia” Beato Bartolomeo è attualmente composta da 25 persone. Il presidente è Vittorio Santacatterina.

Una cartolina di Breganze del 1901Una cartolina di Breganze del 1901